martedì 3 giugno 2008

" Come Pecore "

I giornali del 2 Giugno riportavano questa similitudine riferita dal Consigliere Comunale Vincenzo Coccia ai suoi colleghi di Maggioranza.
" Obbedienti come pecorelle " dice Coccia, i Consiglieri di Maggioranza hanno votato a favore della Deliberazione con la quale si " costituisce pegno " sulle azioni del Comune in Acqualatina S.p.A. a garanzia dell'investimento di € 114.500.000,00.
Il Consigliere Coccia, al solito, quando non condivide l'atteggiamento degli altri, esagera nei toni e negli aggettivi non capendo che coloro che sono in dissonanza con il suo pensiero e/o con la sua tesi non sono " pecore " ma semplicemente che hanno un'altra idea, un'altra opinione e, quindi, possono liberamente esprimersi così come ritengono.
Nel merito della questione, nella seduta di Consiglio ho avuto modo di spiegare come l'operazione è " una garanzia " e come altre forme di garanzia non si aggiunge al bilancio dell'ente in termini di spesa e/o di oneri aggiuntivi .
Faccio un esempio così i cittadini possano comprendere ancor meglio quanto dico : quando si acquista un immobile e si contrae mutuo con una Banca, quest'ultima, per sua garanzia iscrive ipoteca sull'immobile.
L'iscrizione di ipoteca aggiunge altri oneri al bilancio di impresa oppure alla persona? certo che no .
Gli oneri bancari restano unicamente gli interessi che si pagano con la rata periodica di mutuo.
In quanto alla nota citata della Corte dei Conti segnalata: ho dato lettura della stessa nella seduta di Consiglio e ho sottolineato come la Corte si limita a chiedere copia dello Statuto di Acqualatina S.p.A e copia del contratto bancario.
Faccio notare, ed è notizia apparsa sulla stampa,che la richiesta della Corte è conseguente all'intervento di alcuni Sindaci di Centrosinistra della Provincia di Latina, tra questi il Sindaco di Bassiano .
In quanto all'operazione di investimento di € 114.500.000,00 per interventi da effettuare sul territorio ( depuratori - fogne ecc...) che prevedono circa € 14.000.000,00 nel Comune di Terracina, essa era stata già approvata dalla conferenza dei Sindaci.
Infine con riferimento alla scelta di privatizzare se pure parzialmente ( 51% della S.p.A, azioni dei Comuni - 49% Socio privato ) il ciclo delle acque e cioè di un bene così prezioso, ho ricordato in Consiglio che non è stata una scelta dell'Amministrazione Nardi : è sufficiente vedere le data ( 1996 ) per riscontrare chi governava la Regione Lazio ed il Comune di Terracina.
Concludo sull'argomento sostenendo la tesi secondo la quale quando si è soci in una Società e si intende attuare un piano di investimenti che migliora il servizio non ci si deve sottrarre ai doveri derivanti dall'essere socio anzi bisogna sostenere con fiducia e vigore le iniziative societarie .
Così come fanno tutti i cittadini che per comprar casa sottoscrivono mutui facendosi iscrivere ipoteca.
Se ragionassimo come Coccia e pensassimo solo alle conseguenze negative insite nel contratto di mutuo ( la banca in caso di inadempienza può esercitare l'ipoteca sull'immobile )nessuno comprerebbe più l'abitazione.
Fortunatamente non è così e milioni di cittadini italiani hanno realizzato il sogno della casa proprio con questo metodo, così come migliaia di imprese realizzano i propri piani aziendali con il supporto bancario .
Non sono " pecore " coloro che la pensano così, anzi, direi che sono quegli inguaribili ottimisti ( non sprovveduti ) che hanno fatto e faranno ancora l'Italia che si distinguono dai " catastrofisti " e che valutano le operazioni di impresa solo per clausole contrattuali e vedono sempre e solo ipotetiche sventure future.
La politica del NO alle ultime elezioni politiche è stata sconfitta: si guardi alle forze politiche della sinistra radicale ( Verdi - Rifondazione ecc...).
Il ciclo economico necessita di una inversione di tendenza, ed ha bisogno urgente di grandi investimenti e se per averne 114 milioni di euro nel nostro ambito territoriale è necessario costituire una garanzia sulle nostre azioni societarie in Acqualatina S.p.A , che si faccia.
Non c'è tempo da perdere!!!

3 commenti:

atawalpa ha detto...

..detta così sembra vera!

pasquino63 ha detto...

Chiedo scusa per l'erronea collocazione del commento, perché anziché metterlo su questo post, l'ho messo su quello della ricerca del vincitore del tapiro...ma, provvederò subito a ricollocarlo.


Sicuramente il Consigliere Coccia ha esagerato con gli aggettivi, ma altrettanto sicuramente Ella Sig. Vice Sindaco Masci, se voleva dimostrare che la Maggioranza non è come l'ha paragonata Coccia, avrebbe anche potuto illustrare meglio il tipo di garanzia. Se l'esempio fatto da Lei in Consiglio Comunale è quello riportato nel suo blog, allora è sicuro che gli aggettivi usati da Coccia sono molto benevoli.
Infatti, non può paragonare con un mutuo fatto da un personaggio per l'acquisto di un appartamento sul quale sarà imposta ipoteca, il prestito chiesto da Acqualatina S.p.A e per cui l'Amministrazione di Terracina di cui Ella è partecipe, si sta facendo ipotecare le”proprie azioni”. Se Ella invece, è riuscito a far capire quanto riportato sul blog, allora i casi sono due: o i componenti della Maggioranza sono ignoranti (nel senso letterale della parola), o hanno lo stesso Suo interesse a che la cosa si faccia; quindi, nell’uno e nell’altro caso, avrebbe ragione Coccia.
Bisogna poi dire che è vero che milioni d'Italiani hanno realizzato il sogno della loro vita acquistando un appartamento con il sistema del mutuo, ma è altrettanto vero che una grande quantità d'Italiani, non potendo continuare a pagare il mutuo, si son visti sequestrare e vendere all'asta il suddetto appartamento, rimanendo senza appartamento e senza i soldi delle rate già pagate.
Se la società Acqualatina voleva un prestito, poteva fare un aumento di capitale, che doveva poi essere sottoscritto dai soci, oppure poteva chiedere i soldi in banca e dare come pegno una parte delle azioni di chi detiene la maggioranza e non quelle dei singoli soci.
Se poi, per sottoscrivere l'aumento di capitale, il Comune di Terracina aveva bisogno di soldi, poteva chiederli in banca ed allora si che poteva essere valido dare in pegno le azioni, ma quei soldi dovevano prima passare per le casse del Comune. Però, se la condizione economica del Comune non permetteva l'acquisto dei diritti legati all'aumento di capitale, il Comune doveva fare a meno di sottoscrivere tale aumento e lasciare che lo facesse chi lo volesse.
Per quanto riguarda la richiesta della Corte dei Conti, può anche essere come Ella dice, ma le vicende giudiziarie che hanno investito Acqualatina, pur se ancora devono essere definite, la dura opposizione di alcuni Comuni della provincia, la richiesta recente del Comune di Anzio di voler uscire da Acqualatina, la stessa decisione del Comune di Latina di soprassedere momentaneamente, avrebbero dovuto comunque consigliare la nostra Amministrazione, almeno di attendere gli eventi, per essere sicuri d'operare nel modo e nei tempi giusti.
Un’ultima cosa per far riflettere Lei ed i cittadini terracinesi: abbiamo visto i risultati di ogni iniziativa posta in essere dall’Amministrazione di cui Ella da molto tempo ne condivide le responsabilità (sfruttamento dell’arenile da parte del Comune, parcheggio a pagamento degli anni passati, gestione dei rifiuti, ecc.), e l’unico risultato utile (per qualcuno) è stata l’elargizione di contributi per qualche manifestazione d’intrattenimento; per il resto, a Vostro dire, remissione completa. Quindi, poiché l’acqua è un bene di tutti e non solamente di qualcuno, poiché proprio il nostro territorio possiede tanta di quell’acqua da poter alluvionare una nazione intera e poiché la situazione economica del Comune è quella che Voi dite che sia, è mia convinzione che se procedessimo sulla strada intrapresa con l’approvazione dell’ordine del giorno inerente alla cessione delle quote Comunali, “noi in breve tempo rimarremo senza la proprietà della nostra (si badi bene: nostra) acqua”.

juris ha detto...

L'esempio fatto relativo all'ipoteca sugli immobili (per far comprendere ai cittadini)forse non tiene conto del fatto che c'è differenza tra "immobile" e "azione". Prescindendo da ulteriori commenti inviterei a leggere : " entro il prossimo 30 giugno, come da Codice Civile e come a Voi ben noto, dovrà essere approvato il bilancio consultivo di Acqualatina Spa per l'esercizio 2007. L'approvazione o meno di tale bilancio, deve avvenire con la maggioranza assoluta dei soci in prima convocazione, o con la maggioranza dei "presenti" in seconda convocazione. In questa seconda eventualità, come già verificatosi in passato, il socio "privato" della società, ha facoltà di deliberare "da solo" un bilancio che diventa vincolante per tutti i soci di Acqualatina, nessuno escluso. Va da sé che con tale procedura, insieme all'approvazione dell'esercizio, vengano automaticamente "sanate" tutte quelle forzature e quelle omissioni che sistematicamente abbiamo segnalato nei mesi scorsi e che qui di seguito, si riassumeranno.

Tale esercizio infatti, necessariamente conterrà, tra le voci "attive", il mutuo di 114,5 milioni di euro concesso De.Pfa Bank (acronimo di Deutsche Pfandenbrief Bank - che significa "banca ipotecaria tedesca") con sede a Dublino, in Irlanda. Giova ricordare a tutte le amministrazioni in indirizzo, che l'erogazione di tale mutuo è attualmente sotto osservazione sia da parte della Banca d'Italia (facente funzione per la Banca Comunitaria Europea), sia da parte della Corte dei Conti.

Rispetto a questo secondo autorevole organo istituzionale, tra le altre cose, si chiede il riscontro delle richieste inoltrate dalla Corte stessa, riguardanti la copia del contratto stesso e la deliberazione dell'assemblea dei soci che autorizzava la richiesta del mutuo.

Ricordiamo altresì, che l'erogazione di tale mutuo è avvenuta nonostante l'articolo 17 comma a), del Disciplinare Tecnico (parte integrante della Convenzione di gestione tra ATO4 e gestore Acqualatina spa), preveda che in caso di interventi operati direttamente dal Gestore (come nel caso in specie):"Il Gestore impegna i capitali necessari agli interventi previsti per ciascun anno dal Programma degli Interventi. Tali capitali possono dal Gestore essere reperiti con qualsiasi mezzo diretto o finanziario. La garanzia in cambio del credito concesso al Gestore, offerta con impegno dei beni realizzandi, deve essere approvata dall'Autorità d'Ambito che controfirma il contratto di mutuo dal Gestore stipulato con Istituti Bancari o Finanziari, pena l'invalidità dell'atto con le conseguenze relative tra le parti qui contraenti.". L'assenza di tale autorizzazione era già stata contestata da alcuni Sindaci di Comuni compresi nell'ATO 4 al Presidente della Provincia di Latina (Ente coordinatore) e alla stessa Banca, a fine dicembre dello scorso anno; gli stessi Sindaci avevano contestualmente chiesto la sospensione delle procedure di erogazione del mutuo (inclusa l'iscrizione nel bilancio della De.Pfa stessa), ma soprattutto la convocazione di un'assemblea straordinaria della Conferenza dei Sindaci per discutere sul problema.

A fronte di tale richiesta e nonostante il ripetersi di situazioni che richiedevano l'obbligatorio esercizio dei poteri di indirizzo e controllo da parte della Conferenza dei Sindaci (tra le altre, si evidenziano l'esposto che ha comportato le dimissioni dell'allora Presidente del TAR di Latina F. Bianchi e l'inchiesta della Procura della Repubblica di Latina), risulta che l'ultima seduta della Conferenza, si è svolta l'8 maggio 2007, quindi in data anteriore persino della contrazione del mutuo in oggetto da parte di Acqualatina, oltre che delle altre incresciose situazioni brevemente ricordate.

E' inoltre risaputo che dopo l'emergenza di fronte all'opinione pubblica del problema relativo al mutuo, l'attuale Amministratore Delegato della società, riconfermato in tale incarico (con un iter di cui dubitiamo la legittimità), a seguito delle dimissioni causate dall'inchiesta giudiziaria che lo vede tutt'ora coinvolto anche per reati legati a questioni di bilancio societario, abbia scritto di suo pugno una lettera a tutti i Comuni soci di Acqualatina, per chiedergli di deliberare in favore della costituzione di un pegno sulle azioni possedute da ciascun Comune nel capitale societario. Anche qui risultano assenti atti di indirizzo e controllo da parte dell'organo competente.

La irritale richiesta (che in realtà doveva essere rivolta alla Presidenza dell'Autorità d'Ambito per essere poi girata ai Comuni), non è stata accompagnata da alcuna copia del contratto sottoscritto tra la società e la banca.

Alla data odierna risulta che un solo Comune (Terracina) abbia aderita a tale richiesta attraverso un'apposita delibera di Consiglio, mentre altri Comuni hanno aderito con delibere di Giunta. Anche qui giova ricordare che l'atto di costituzione di pegno su azioni detenute da un ente pubblico, comportando il rischio della perdita delle azioni stesse, è a tutti gli effetti un atto con effetti potenziali sul bilancio dell'ente; pertanto in base all'art. del Codice Civile, può essere autorizzato solo con delibera di Consiglio e con voto per appello nominale. Quindi risulta quasi inutile sottolineare l'ulteriore forzatura relativa al fatto che anche in questo caso è stato "espropriato" l'obbligo legislativo di indirizzo e controllo in capo a quei Consigli Comunali, rispetto ad una società partecipata.
Sul punto ricordiamo che nonostante il TAR di Latina abbia chiarito la questione, ancora oggi la maggior parte dei Consigli Comunali dell'ATO 4, non ha ancora approvato la Convenzione di Gestione (sia quella originaria che quella modificata), contravvenendo a quanto previsto dalla Convenzione di Cooperazione (art. 17, comma 3)..."
fonte : http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=57152
Contratto invalido?
Trovato in rete da una comune cittadina.